Altamura e il suo Pane D.O.P. , il libro di Giovanni Mercadante
Giovanni Mercadante presenta il suo libro “Altamura e il suo Pane D.O.P.- La filiera dell’arte bianca tra tradizione e lavorazione artigianale”.
Altamura – Teatro Mercadante, domenica 18 ottobre 2015, ore 19.00
Chi è Giovanni Mercadante?
Giovanni Mercadante nasce ad Altamura il 8.6.1945 in una famiglia modesta, primo di 6 figli. Dopo la Scuola Interpreti a Venezia, completa gli studi universitari laureandosi in Lettere moderne
con tesi di laurea sugli aspetti sociolinguistici della lingua televisiva nell’ambito della disciplina ” Teorie e comunicazione di massa”.
Parlo e scrivo correntemente inglese, francese e tedesco. Ho soggiornato per molti anni all’estero: Germania, Ginevra, Inghilterra, con viaggi di lavoro in paesi extra europei:Iran, Russia, Lituania, Islanda, oltre chiaramente a Svezia, Finlandia, Francia, Austria, Spagna. La Germania è il mio punto di riferimento sotto tutti gli aspetti: sociale ed economico, in primis. La mia forma mentis è germanica. Ho esperienza come consulente e ricerche di mercato nel campo del veicolo industriale. Collaboro con riviste specializzate tedesche del veicolo industriale, movimento terra e attrezzature ecologiche. Come freelance ho collaborato con vari quotidiani: tra il “Roma”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “Puglia” e periodici territoriali, nonché attualmente con giornali on-line “Newsfood” e “Altamuralive”.
Com’è la sua giornata tipo? Ha degli hobby particolari o delle passioni, oltre alla scrittura?
Giornata tipo: organizzo le mie interviste il giorno prima per non perdere tempo il giorno dopo. Un sistema collaudato che mi permette di calibrare i tempi morti. Hobby: amo la musica country, blues e boogie-woogie; il ballo è una passione che condivido con mia moglie.
Perché un libro sul pane?
Ho pubblicato una decina di libri a carattere storico su Altamura, Gravina di Puglia e Polignano a Mare, città di Domenico Modugno. Il libro sul pane di Altamura nasce dapprima con un servizio giornalistico durato 4 mesi, tra interviste e indagini sul territorio, pubblicato su un periodico locale. Successivamente è venuta fuori la partecipazione al concorso letterario a Città di Castello, risultato 5. classificato. Ho continuato il lavoro tra ricerche di archivio sui forni antichi, e quelli moderni chiarendo il disciplinare della D.O.P.; con le interviste alle aziende operanti nel settore dell’arte bianca di cui il territorio murgiano è ricco, storicizzo i numerosi imprenditori,
dando una visione storica contemporanea. Il libro è corredato di immagini a colori, a cui ho aggiunto immagini di masserie antiche cappelle rurali che conservano cicli pittorici di notevole interesse artistico.
Che differenza c’è fra scrivere un articolo e scrivere un libro?
La differenza tra scrivere un articolo e un libro è sostanziale. L’articolo destinato al giornale ha una limitazione di caratteri e spazi. Dev’essere condensato in battute tra un minimo di 1.500 battute e un max. di 3.500. Bisogna evitare gli incisivi troppo lunghi nelle frasi secondarie. L’uso di verbi mirati contribuiscono notevolmente ad evitare contorsioni linguistiche.
Di solito come scrive? Fogli e foglietti con appunti e mappe concettuali scritte a penna, precise archiviazioni al computer oppure stesura di getto? Solitamente scrive in ordine cronologico , cioè dal primo all’ultimo capitolo e a “sbalzi temporali”?
Normalmente per gli articoli prendo nota su un taccuino, così la stesura del pezzo è facilitato, senza ricorrere alla memoria. Scrivere in ordine cronologico dipende dagli argomenti da affrontare.
Scrivere un libro è diverso: questo diventa un progetto che richiede molto tempo di gestazione. Le ricerche negli archivi di biblioteche negli archivi di Stato, presso i privati. Le interviste a persone che sono la memoria storica del luogo. Con gli ultimi recenti lavori storici, ho fatto molto uso di interviste; quindi ho abbinato il lavoro di giornalista con quello di scrittore.
Accetta consigli?
I suggerimenti e i consigli sono sempre ben accetti da chiunque vengano. Non si è infallibili e non si ha una conoscenza universale dei temi da trattare. Siamo tutti limitati. L’umiltà in questo mestiere è la prerogativa se si vuole raggiungere un sano obiettivo.
E’ difficile farsi pubblicare un libro?
Farsi pubblicare un libro è molto difficile. Non ci sono editori che fanno i mecenati. Personalmente adotto un sistema che mi permette di vendere le mie pubblicazioni prim’ancora che le faccia stampare da tipografie di mia fiducia.
Qual è il suo libro preferito, in generale?
Di libri di lettura preferiti ce ne sono tanti. Negli ultimi anni ho scoperto i romanzi epici di Valerio Manfredi che ho apprezzato moltissimo per la scrittura. Nel suo linguaggio vedo l’azione e il momento di stasi e di nuovo l’azione che prende forma come una sequenza filmica. Di suoi libri ne ho acquistati molti che mi hanno affascinato, tra cui “Il tiranno”, “L’armata perduta”; “L’impero dei draghi”; “L’ultima legione”.
Comunicato stampa.