Gli auguri del Vescovo: “Beati i Misericordiosi perchè troveranno Misericordia”
Il Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi Teggiano – Policastro, lascia ai telespettatori di Trekking Tv un augurio per il Natale.
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Di seguito l’augurio del Vescovo dal sito della Diocesi
“Cari amici, fratelli e sorelle,
«Notte, tenebre e nebbia fuggite entra la luce… Viene Cristo Signore!», sono le parole con la quali la comunità prega ad ogni sorgere del sole. Celebrare l’adorabile mistero del Natale di Gesù genera nel nostro cuore la gioia. L’angelo ai pastori volle proprio consegnare la gioia: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: Oggi è nato per voi il Salvatore» (Lc 2,10). Le tenebre e il buio di quella notte furono squarciate da una luce e da un dono: la gioia. Quel grido e quella luce vengono offerte anche a noi, uomini e donne a lungo oppressi sotto il peso della tristezza, della paura e dello sconforto. Benché appare persino difficile parlarne, la gioia c’è ed è a portata di mano, in Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia (Evangelii Gaudium,1).
Il Dio con noi ci dona la certezza che ci è stata usata misericordia… sempre nuova, sorgiva, attuale. Siamo nell’Anno Santo straordinario della Misericordia, Papa Francesco invita tutta la Chiesa ad assumere il volto della misericordia nel perdono, nei sacramenti, nell’accoglienza e nella riconciliazione. Il Natale di Gesù ci fa gustare la bellezza di questa gioia della misericordia, consolida le nostre appartenenze alla famiglia di Dio. Nel Natale di Cristo Gesù diventiamo stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo di sua conquista (1Pt 2, 9). La consapevolezza di questa appartenenza ci apre l’orizzonte del nuovo umanesimo, che sarà sempre più autentico se resta aperto all’Assoluto, contagia di Eterno, e verso il quale la Chiesa in Italia spinge tutte le nostre comunità. Un nuovo umanesimo che si contraddistingue per la concretezza e per l’alleanza che sono state le parole chiave del percorso del V Convegno Ecclesiale Nazionale. La concretezza che ci mette al riparo dalle mere astrazioni: Dio non è un’astrazione, la fede non è una teoria ma è concretezza verso la quale la Chiesa ci chiama. È una concretezza generativa, che dona ragioni di vita, stabilisce legami, capace di saper inaugurare modalità sempre nuove di annunzio del Vangelo. La Chiesa si contraddistingue come custode della memoria delle alleanze: Dio alleato del suo popolo, questo popolo alleato con altri popoli, ogni persona alleata con altre persone, non la divisione, ma le alleanze, non le alchimie individualiste della nostra società.
Vivere il Natale significa aver compreso fino in fondo questa sfida di un umanesimo rinnovato che, in termini cristiani e teologici, diventa la Redenzione: «In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo… proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione… Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» (Gaudium e Spes, 22).
Possa essere questo momento, per ciascuno di noi, l’occasione di una rinnovata gioia; dove la cultura, gli eventi e la storia sembrano minacciare la gioia cristiana, noi riaffermiamo che la nostra gioia è Cristo Gesù e il suo Vangelo. Di questa gioia vogliamo contagiare i nostri giovani esposti ad un pessimismo individualista e distruttivo: cari giovani non oscurate l’Assoluto, non distogliete lo sguardo dall’Eterno! Il pensiero caro va alle famiglie, ormai a lungo provate da dolorose rinunce e privazioni, che nonostante tutto conservano il profilo alto di un’educazione capace di generare obiezione di coscienza in un dilagare di conformismo e acriticità. L’affettuoso saluto ai nostri connazionali che vivono all’estero, agli ammalati, alle persone sole, ai fratelli e alle sorelle che, lontano dalla terra d’origine e privati da ogni legame affettivo, cercano tra noi un segno di speranza. Papa Francesco ci ha introdotti nel Giubileo Straordinario, non ci sfugga che le opere di misericordia spirituale e corporale saranno l’ultimo esame e il definitivo giudizio al termine della vita. Un sussulto d’impegno civico e collettivo ridoni pace e gioia a tutti.
Auguri di un Santo Natale del Signore a tutti!
+ p. Antonio, Vescovo