Opere incompiute in Campania : Su 90, 33 sono nel Salernitano

In Campania sono state censite opere incompiute per un importo complessivo di lavori mai ultimati pari a 642,858 milioni di euro. In provincia di Salerno risultano incompiute 33 opere per un valore totale dell’investimento di 51 milioni e 599 mila euro. Ma oltre al danno di infrastrutture rimaste in sospeso, occorre prendere atto della beffa: gli oneri necessari al loro eventuale completamento ammontano solo nel Salernitano a qualcosa come 33 milioni e 609 mila euro e nell’intera Campania a 191 milioni e 888 mila euro. “Numeri che da soli descrivono il paradosso di un sistema burocratico ed amministrativo che non solo non funziona – evidenzia il presidente dell’Associazione Costruttori Salernitani/Cna Costruzioni Antonio Lombardi – ma è addirittura dannoso per le imprese e per i cittadini. Chi risarcirà mai – aggiunge Lombardi – noi tutti di ulteriori 192 milioni di euro, ammesso che un giorno veramente si riuscisse a portare a compimento le opere in questione? Chi risponderà della responsabilità di non avere speso circa 700 milioni di euro nei tempi previsti e, nello stesso tempo, di avere fatto maturare oneri aggiuntivi così rilevanti a valere nelle tasche delle nostre comunità locali? Sono situazioni incredibili, che possono verificarsi solo in Italia”.
I dati citati dal presidente Lombardi sono stati estrapolati ed elaborati dal Centro Studi di Acs/Cna Costruzioni sulla base dell’analisi del Sistema Informatico di Monitoraggio delle Opere Incompiute che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (anno 2015). Complessivamente in Campania sono state censite 90 opere incompiute: 33 in provincia di Salerno (per un importo di 51,5 milioni di euro); 12 nel Napoletano (434,4 milioni di euro); 10 nel Casertano (12,2 milioni di euro); 24 in Irpinia (39,3 milioni di euro) e 11 nel Sannio (87,2 milioni di euro).
Le tipologie degli interventi sono particolarmente importanti in termini di fruizione di servizi da parte delle comunità campane: in 30 casi si tratta di infrastrutture intese come reti viarie e fognarie o di opere di urbanizzazione; in 19 casi di edifici scolastici, impianti sportivi, centri polifunzionali; in 10 casi si fa riferimento a lavori di manutenzione e sistemazione ambientale; in 31 casi a recupero, ristrutturazione o realizzazione di edifici.
In 48 casi su 90 (53,3%) i lavori, sebbene avviati, risultano interrotti oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione; in 34 casi (37,8%) sono stati interrotti entro il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione non sussistendo allo stato attuale le condizioni per riavviarli; in 8 casi (8,9%) i lavori, sebbene ultimati, non sono stati collaudati nel termini previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti nel capitolato dal relativo progetto esecutivo.
Sconcertante l’analisi del grado di completamento delle opere incompiute. Ben 35 non superano il 20% dei lavori effettuati; 15 arrivano al massimo al 40 per cento; 20 oscillano tra il 41 ed il 60 per cento; 10 tra il 61 e l’80 per cento e solo altre 10 si collocano tra l’81 ed il 100%.

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