Decreto Dignità: A rischio oltre 2000 assunzioni già attive in provincia di Salerno
SAPRI: intervento sul Decreto Dignità a cura di Ettore Caroppo, attivo nelle politiche del Lavoro ed esperto nella gestione delle risorse umane e ottimizzazione del costo del lavoro. DIRETTORE Area Centro-Sud Italia, di una nota società di Somministrazione Lavoro)
Il recente “Decreto Dignità” prevede una serie di modifiche normative molto restrittive sull’utilizzo dei Contratti di Lavoro a Termine anche per le Agenzie per il Lavoro che applicano l’istituto dei contratti di Somministrazione di Lavoro.
La nuova disciplina voluta dal governo del “cambiamento”, penalizza in modo particolare e come non poteva essere diversamente, il Sud con gravi, gravissime ripercussioni anche in Provincia di Salerno, dove oltre 2000 lavoratori con contratto a termine in Somministrazione (senza contare le altre migliaia di lavoratori assunti a tempo determinato in forma diretta dalle aziende) rischiano, sin da subito, di non avere più un lavoro e di trovarsi letteralmente in mezzo ad una strada.
“E’ un provvedimento assurdo che spezza le gambe, lavorativamente parlando, ai tanti giovani che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro, afferma Caroppo dalla filiale di Sapri della nota S.p.A. milanese. E’ inammissibile che un vice Premier nonché Ministro del Lavoro possa immaginare di mettere un freno alla precarietà riducendo il numero delle proroghe dei contratti di lavoro a termine, passandole da sei a quattro se riferiti alla Somministrazione”.
Il “lavoro in affitto” prima Interinale venne introdotto in Italia, solo nel 1997 dall’allora Ministro Tiziano Treu, per poi, nel 2003, diventare Somministrazione di lavoro con profondi cambiamenti e ampliamenti sia nei termini che nell’applicazione per intuizione del compianto Prof. Marco Biagi, mettendo così a disposizione delle Aziende italiane uno strumento già collaudato in altre nazioni europee e ancora prima negli States.
“Permettetemi di sottolineare, ha puntualizzato Caroppo, che non esiste mercato del Lavoro più tutelato di quello della Somministrazione, basti pensare che è lo stesso Ministero del Lavoro a rilasciare le Autorizzazioni per espletare tale Istituto alle ApL. Inoltre è sempre il Ministero del Lavoro che attraverso ANPAL verifica l’applicazione de CCNL nelle Società di somministrazione di Lavoro. Ed ancora, i nostri lavoratori godono, attraverso EBITEMP, di un welfare che i lavoratori assunti direttamente dalle aziende non hanno.
E allora perché danneggiare il lavoratore ed in particolare i lavoratori in Somministrazione gli unici ad essere allo stato fortemente tutelati?! Perché offendere le Agenzie per il lavoro mettendo le stesse a rischio di chiusura o di forti ridimensionamenti? Perché rinunciare ad anni di esperienza e alle competenze acquisite dalle società di somministrazione che hanno reso possibile l’interazione tra la forte domanda di lavoro specializzato e l’offerta che sempre più ha bisogno di essere formata e sostenuta nella ricerca di un posto di lavoro così come avviene sin dai primi anni ’70 nel resto d’Europa. Capacità, esperienze, competenze e banche dati che gli uffici per l’Impiego, ancor oggi in Italia ed in particolare al Sud, e non certo per motivi adducibili ai dipendenti, non riescono ad avere e pertanto impossibilitati a dare risposte ad aziende e a chi è in cerca di occupazione.
La Somministrazione di lavoro fornisce manodopera formata e con la giusta FLESSIBILITA’ che il mercato richiede, inoltre ottimizza i costi diretti ed indiretti legati alla costituzione di ogni singolo rapporto di lavoro rendendo competitive le aziende e aumentandone i profitti.
“Il mondo produttivo è in rivolta, ha asserito Caroppo, Aziende, Agenzie per il lavoro e gli stessi lavoratori, sono fortemente preoccupati poiché se la nuova linea dovesse passare si sa già che i posti di lavoro non verranno più confermati e tutelati, ma andranno persi a favore del lavoro nero e o magari delle cooperative di comodo che eludono contribuzione e sottopagano i lavoratori. Quanti lavoratori si ritrovano oggi ad essere inquadrati, a lor insaputa, come soci lavoratori e quanti da qui a pochi mesi si troveranno ad esserlo?
Così come concepito il decreto mette a rischio migliaia di lavoratori e non risolve alcuna questione, anzi acuisce ancor di più il problema dei giovani, e non solo loro, già inseriti nelle aziende, senza risolvere i livelli occupazionali. Ne scaturisce l’immediato fine contratto di tante giovani leve a causa della riduzione delle proroghe, favorendo il dilagare del lavoro nero e scoraggiando i contratti a tempo indeterminato”.
In Provincia di Salerno nel terzo trimestre dello scorso anno sono stati inviati in missione presso centinaia di aziende nel settore della metalmeccanica, del turismo, dell’edilizia, del commercio ed alimentare, oltre duemila lavoratori (in notevole aumento nel trimestre di quest’anno) tra piccole, medie e grandi imprese e secondo le varie società di Somministrazione presenti in provincia, un terzo di questi sono a rischio di rinnovo contrattuale stante le norne del Decreto Cinquestelle-Lega che valgono anche per la somministrazione, 4 proroghe ed i 24 mesi anche per i contratti in essere, quindi già avviati. Così, da un giorno all’altro.
Invito a leggere, ha sollecitato Ettore Caroppo, quanto emerso nel convegno sul secondo rapporto del benessere dei lavoratori in Somministrazione, tenutosi a Roma venerdì 6 luglio u. s.presso la sede del CNEL, dove i risultati sono andati ben oltre le aspettative.
I Sindaci, i politici ed in particolare La neo ministro per il Sud, Barbara Lezzi e il senatore Roberto Marti si rendono conto dei danni che il recente provvedimento ministeriale sta già procurando nel Sud dove la disoccupazione è da sempre a livelli assai elevati?
Al bando, il Decreto Di Maio sui temi specifici del Lavoro, che nasce in maniera arbitraria, senza il dovuto coinvolgimento di esperti del settore, dall’oggi al domani, in fretta e in furia, senza aver avviato, ripeto, un tavolo di confronto con le parti sociali, sindacati in testa e aziende senza tralasciare le Agenzie per il Lavoro, le quali saranno, se non cambiano le norme, le prime a dover ridiscutere la propria organizzazione che conta oltre 10mila assunti. Riorganizzazione che partirà da dirigenti del personale fino ad arrivare ai semplici addetti presso i circa 2500 sportelli presenti in tutta Italia.
Da oggi tutto sarà ad ostacoli e gli investimenti per il Sud si allontaneranno sempre di più soprattutto in un momento di crisi e difficoltà per le piccole e medie imprese.
Ministro Lezzi, sen Marti rendere più flessibile il lavoro, sopra tutto qui, vuol dire AUMENTARE la produttività delle Aziende rendendole più competitive e creare NUOVI posti di lavoro specializzati e non solo. Marco Biagi e non solo lui insegnano. L’Italia corre a due velocità e le leggi devono essere prima studiate e tagliate su misura per la realtà dei luoghi. Non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Difficile che qualcuno risponderà alle sollecitazioni del sottoscritto, troppa poca conoscenza della politica in materia”.
comunicato stampa