Incidente Piattaforma Eni ad Ancona, recuperato il corpo di un operaio di 63 anni
ANCONA – Alle ore 07.45 circa di ieri, a bordo della piattaforma BARBARA F della società ENI, situata nelle acque internazionali a circa 32 miglia nautiche dal porto di Ancona (60 Km circa), durante le operazioni di trasbordo di un bombolone di azoto, si è verificato il cedimento strutturale delle infrastrutture su cui era installata la gru di sollevamento. L’incidente ha causato la caduta in mare della gru e della relativa cabina di comando, all’interno della quale vi era un dipendente ENI – Egidio Benedetto, 63 anni – il cui cadavere è stato ritrovato all’alba di stamattina.
Nella caduta le infrastrutture hanno colliso con il supply vessel, ormeggiato alle strutture della piattaforma, sul quale doveva essere posizionato la bombola di azoto, ferendo gravemente due operatori della società BAMBINI SRL di Ravenna – Giuseppe Berardi e Carmelo Catalano di rispettivamente 53 e 48 anni – trasportati d’urgenza presso il locale nosocomio di Torrette di Ancona mediante elicottero della società ENI sul quale erano presenti dei medici. I due sono attualmente fuori pericolo di vita: prognosi di 30 giorni per Giuseppe Berardi, mentre Carmelo Catalano oggi sarà operato nuovamente ed è sotto prognosi riservata.
Ha commentato la vicenda Ugo Farinelli della Bambini:
“Giuseppe ha una ferita lacero contusa alla testa, trauma toracico e una frattura all’avambraccio. Carmelo ha riportato la rottura del bacino, una frattura scomposta al femore, una frattura ad una vertebra, ma per fortuna non sembra vi sia stato un interessamento del midollare. E’ stato sottoposto ad un’operazione durata per molte ore.
Ieri appena siamo stati informati di ciò che era accaduto, abbiamo avvisato i familiari dei marittimi coinvolti nell’incidente. Abbiamo scelto di essere noi della Bambini a parlare direttamente con loro, cercando di trovare le parole giuste. Le notizie arrivavano frammentarie e abbiamo vissuto momento molto concitati. Gianni (l’amministratore della Bambini SRL, ndr) ha seguito l’evolversi della situazione dal centro Operativo Eni a Marina di Ravenna, mentre dalla nostra sede eravamo in collegamento con la Capitaneria di Porto di Ancona. La macchina dei soccorsi ha lavorato molto bene, sono intervenuti sia i mezzi del vigili del fuoco che della Capitaneria e di Eni”.
Parlando proprio di Eni, la società ha dichiarato che “sta proseguendo nello svolgimento di tutti gli approfondimenti possibili per individuare le cause dell’accaduto”.
Secondo i primi rilievi, “la gru oggetto dell’incidente era stata revisionata secondo normativa in data 23 agosto 2018 e al momento dell’incidente il carico della gru, un serbatoio vuoto, era di 6,5 tonnellate a fronte di una capacità massima consentita di 18 tonnellate”.
Oggi la società si impegnerà per liberare la nave dai cavi della struttura crollata con alcuni mezzi specializzati, nel frattempo la procura di Ancona indaga per omicidio colposo.
Francesco Romano Risi © Riproduzione riservata.