Gruppo Misto Camerota: c’era una volta il “progetto Terradamare”.
Gruppo Misto Camerota: c’era una volta il “progetto Terradamare”.
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini di Camerota, senza distinzione di colore politico o appartenenza a questo o quell’altro gruppo. La democrazia è patrimonio comune, sempre.
In breve cercheremo di riportarvi i fatti, anche se sull’argomento ci sarebbe da scrivere un libro.
Negli ultimi giorni è successa una cosa molto grave, che ci ha lasciati increduli, esterrefatti, nonostante ormai siamo abituati ad assistere a puerili teatrini e ripetuti colpi bassi, tutti di scarso pregio, da parte di chi ci amministra.
Come tutti sapete nel Comune di Camerota, già da alcuni anni, c’è un sistema informatico che gestisce il protocollo dell’Ente, che da’ la possibilità, sette giorni su sette, ai funzionari di lavorare e protocollare da remoto ed ai Consiglieri comunali di fare altrettanto, oltre chiaramente a visionare quanto fatto dai vari Uffici comunali, semplicemente collegandosi dal proprio PC.
O, per meglio dire, il sistema dava questa possibilità.
Da giorno 13 luglio u.s., infatti, solo ad alcuni Consiglieri (circostanza questa che rende ancora più grave la cosa), senza alcun preavviso, è stato bloccato l’account per il collegamento.
È stato di fatto disconosciuto il loro ruolo, calpestato il voto popolare.
Un atto di pericolosa arroganza amministrativa che, stante l’assordante silenzio di chi dovrebbe tutelare i diritti e le prerogative dei Consiglieri comunali, ci ha visto costretti, unitamente ai Gruppi “Camerota riparte” e “Viva Camerota”, a sporgere formale denuncia – segnalazione alle Autorità di competenza.
Il Comune di Camerota vive, purtroppo, una delle pagine più buie della sua storia amministrativa.
Non vi nascondiamo che finora abbiamo fatto un attento lavoro di controllo e, dove ritenuto necessario, di denuncia – segnalazione agli Organi di controllo e forse questo ha portato qualcuno a convincersi di dover o poter “impedirci” l’accesso al sistema informatico dell’Ente.
Negli ultimi mesi centinaia di pagine di documenti sono state poste all’attenzione degli Organi di controllo, ma non una sola pagina in più rispetto a ciò che ritenevamo strettamente necessario per onorare il mandato ricevuto dal popolo e quanto promesso in campagna elettorale.
L’abbiamo fatto, però, sempre nel rispetto dei ruoli, senza un uso indiscriminato dei dati sensibili, evitando quindi la divulgazione degli stessi nel rispetto dell’obbligo di riservatezza.
Ci siamo limitati, pertanto, a svolgere il nostro ruolo di “controllore” politico, rispettando, come giusto che sia, che fossero le Autorità ad approfondire quanto oggetto di denuncia.
Non ci avete visto fare, dunque, passerelle politiche autoreferenziali in TV.
Solo nel mese di marzo u.s. abbiamo reso nota la denuncia – segnalazione sul “caso” Bilancio Consolidato – esercizio 2018, che necessitava di un chiarimento pubblico, essendo la naturale conseguenza di quanto accaduto nel Consiglio comunale del 26.10.2019.
Sono stati limitati anche i post sui social, non pubblicati tanto per mantenere “viva” la pagina, ma solo se ritenuto importante, come avvenuto di recente in ordine al caos esistente sull’area portuale di Marina di Camerota, che ci ha convinti della necessità di puntualizzare alcune cose che, stando a quanto ci è stato riferito, hanno creato “dispiacere” a qualche amministratore e funzionario del Comune di Camerota.
Ma tant’è, appresa la notizia, ce ne siamo fatti una ragione proseguendo nel nostro lavoro con maggiore tenacia e determinazione, ignorando anche i profili anonimi creati ad arte su Facebook da chi, senza attributi, trova nell’anonimato il coraggio di infangare gli altri.
Ebbene, nel momento più delicato di questa legislatura, quando a breve saranno trattati temi importanti come ad esempio il PUC, oltre alla definizione di pratiche che riguardano anche interessi privati di singoli amministratori che, proprio per il ruolo che ricoprono, necessitano di un maggiore e doveroso controllo da parte dei Consiglieri di minoranza, si è deciso di spegnere la “televisione” per non consentirci di vedere ciò che accade e svolgere a pieno il nostro lavoro.
Un po’ come chi durante una partita di calcio decide di prendere il pallone con le mani e portarselo a casa, perché diversamente non riesce a vincere la partita.
Chi amministra rispettando leggi e regolamenti non ha motivo di nascondersi o di impedire che altri possano controllare. È il sale della democrazia.
Noi comunque anche in questo caso, come sempre, abbiamo rispettato i ruoli ed atteso un tempo congruo per consentire a chi ha sbagliato di “rimediare” all’errore.
Ma, dopo aver invano richiesto il ripristino alla Publisys S.p.A., che gestisce il sistema, e pazientato diversi giorni per consentire al Segretario comunale di garantire e tutelare i nostri diritti e le nostre prerogative di Consiglieri, in data odierna, unitamente ai Gruppi Consiliari “Camerota riparte” e “Viva Camerota”, abbiamo sottoscritto e trasmesso una denuncia – segnalazione alla Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Salerno, all’Autorità Nazionale Anticorruzione ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania.
Di quanto accaduto preoccupa non poco che la richiesta di inibire l’accesso ad alcuni Consiglieri comunali sarebbe partita dall’Ufficio Ragioneria del Comune di Camerota, almeno stando a quello che ci è stato riferito telefonicamente dagli operatori della società che opera sul sistema: tra l’altro, come già sottolineato, il “blocco” è stato limitato solo ad alcuni profili, circostanza questa che rende la cosa ancora più grave e sgradevole.
Il tutto, ripetiamo, senza preavviso e nel silenzio assordante del Sindaco di Camerota e del Consigliere delegato alla trasparenza e legalità, oltre che di tutti gli altri Consiglieri comunali.
La situazione assume del grottesco, se si considera che si è interrotto uno dei pochi servizi che ben funzionava nel Comune di Camerota.
Grazie al lavoro svolto ad inizio legislatura, infatti, ed alla “battaglia” da noi fatta anche vincendo le resistenze di singoli funzionari comunali, eravamo riusciti ad avere un sistema di protocollazione chiaro e trasparente che non consentiva “giochini di prestigio”, non consentiva quindi di acquisire un numero senza allegare il relativo documento; avevamo ottenuto un protocollo visibile a tutti i Consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza senza alcuna distinzione, consentendo di rendere “riservati” solo quegli atti che per legge dovevano rimanere tali.
Dopo le nostre dimissioni si è deciso di “mettere mano” nuovamente al sistema e di modificarlo radicalmente, fino ad arrivare a pochi giorni fa con addirittura l’impedimento all’accesso a chi non siede tra i banchi della maggioranza.
A questo punto, in rigorosa attesa di chi, deputato al controllo, possa verificare ed intervenire, poniamo pubblicamente delle domande al Primo cittadino, invitandolo da subito a mettere da parte le stupidaggini a cui ormai ci ha noiosamente abituati, dando risposte nel merito.
Dov’è finita la tanto esaltata “trasparenza” della nostra campagna elettorale del 2017?
Perché è stato letteralmente cestinato tutto il lavoro da noi fatto sul protocollo del Comune, per garantire a tutti i Consiglieri comunali di poter svolgere al meglio il loro mandato?
Tu non eri d’accordo con noi che il protocollo del Comune doveva essere chiaro, trasparente ed accessibile a tutti i Consiglieri comunali?
Hai cambiato idea e, nel caso, perché?
Quali gli “equilibri” da mantenere e per chi?
Cosa non si deve far sapere a chi è stato eletto per rappresentare il popolo di Camerota in Consiglio comunale e ha obbligo di riservatezza sulle notizie che acquisisce dal sistema?
Perché oggi i funzionari possono tranquillamente creare un nuovo numero di protocollo, senza necessariamente allegare il relativo documento?
Perché l’Albo Pretorio online non è sempre visionabile per facilitarne la consultazione?
Perché nel tempo è stata progressivamente limitata la possibilità per i Consiglieri comunali di svolgere il loro ruolo di “controllore”, fino addirittura a vietare l’accesso al sistema informatico?
Eri tu, insieme a noi, a parlare nelle piazze di trasparenza e cambiamento?
Ti sei reso conto che hai portato alla morte il progetto iniziale di Terradamare?
In attesa di risposte che forse mai arriveranno, ricordiamo al Sindaco ed a chi ancora, seppur col mal di pancia ormai reso pubblico, continua a dargli il proprio voto di sostegno in Consiglio Comunale che, nell’ultimo anno, con una netta inversione ad “U” rispetto agli indirizzi dati nei primi mesi della nostra esperienza amministrativa in maggioranza, è stato chiesto (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse) che si “mettesse mano” più volte al sistema informatico con i seguenti risultati:
– la consultazione dell’Albo Pretorio online è stata limitata al solo periodo di pubblicazione dei documenti, per cui un cittadino che voglia conoscere, ad esempio, come giusto e normale che sia, a quale impresa ed a quale importo sono stati affidati dei lavori, piuttosto che quanto il Comune spenda per una qualsiasi iniziativa, deve fare una corsa contro il tempo e, come spesso accade, accontentarsi della sola descrizione contenuta nel campo “oggetto”;
– dal 13.07.2020 alcuni Consiglieri comunali NON possono più consultare il protocollo informatico dell’Ente per svolgere il loro ruolo di “controllore” e, se necessario, di denuncia / segnalazione alle Autorità di competenza;
– i funzionari possono acquisire numeri di protocollo senza allegare i relativi documenti, per buona pace della trasparenza amministrativa: ebbene sì, si è riusciti anche in questo (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse).
Con evidente arroganza amministrativa è stato negato (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse) a rappresentanti del popolo di poter svolgere compiutamente il ruolo di controllori.
Con evidente arroganza amministrativa è stato trasformato (o comunque non è stato impedito che ciò accadesse) il Comune di Camerota da CASA di VETRO, chiara e trasparente agli occhi di tutti (almeno questo era l’asse portante del nostro programma elettorale), in una CASA di PLEXIGLAS: per quanto si cerchi di “camuffare” ed “addolcire” la realtà, la trasparenza decantata soprattutto sui social è drammaticamente opaca.
Di tanto, come detto, abbiamo già investito chi di dovere ed il tempo, come sanno bene al Palazzo di Città, è galantuomo.
Da tale incresciosa e triste vicenda ne usciamo comunque con la rafforzata consapevolezza sia che mai fu fatta scelta migliore di “prendere le distanze” da chi finora ha solo “predicato bene, ma razzolato decisamente male”, sia che l’impedimento all’accesso al protocollo non è altro che uno straordinario riconoscimento al lavoro di controllo e di denuncia – segnalazione che finora è stato portato avanti e che, appena possibile, sarà portato a conoscenza della cittadinanza.
(comunicato stampa)