Poderia, Antonio Tancredi: Un ponte di preghiera tra il Sud e il Nord.
Antonio Tancredi è un fotografo professionista, originario di Poderia frazione di Celle di Bulgheria, vive a Mergozzo – Provincia del Verbano -Cusio-Ossola in Piemonte.
Nel corso degli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la professione che svolge dal 1974 nel suo studio di Piedimulera. Molto impegnato nel campo della solidarietà e dell’associazionismo, è tra i fondatori della sede di Domodossola dell’Associazione Mosaico onlus guidata dal prof. Mario Sgrò.
Antonio Tancredi è il fotografo ufficiale delle Cave del Duomo di Candoglia, di cui ha creato l’archivio fotografico, con alle spalle circa 37 anni di scatti. Immagini utilizzate anche in occasione della mostra per il VI centenario del Duomo di Milano. Proprio con il marmo di Candoglia ha contribuito alla realizzazione di un grande monumento in ricordo dei caduti dell’Arma, inaugurato il 14 marzo 2017 presso il Comando Regionale Carabinieri – via Moscova a Milano, alla presenza, tra gli altri, dei Generali: Giorgio Piccirillo e Antonio Girone da cui Tancredi ha ricevuto un “crest” come riconoscimento per l’impegno profuso.
Tancredi da vent’anni si occupa di istituzioni, – diventandone il fotografo ufficiale e di fiducia – presenziando alle varie manifestazioni delle Forze dell’Ordine.
I suoi scatti corredano la Pubblicazione celebrativa per la nascita della nuova Questura di Verbania. Nella sua lunga carriera ha immortalato momenti fondamentali che rimarranno come testimonianza ed archivio per le future generazioni. Ha curato la parte fotografica del volume ” Dove comincia la Bella Italia” edito da Lions Club Verbano Borromeo.
Numerose altre pubblicazioni di vario genere, ad esempio Il 60° anniversario della Repubblica dell’Ossola e alcuni libri dei Comuni della Bassa Ossola, conservano al loro interno scatti del Tancredi.
Tra i riconoscimenti ricevuti il Premio Ambiente come “Conservatore esperto di immagini emulsive capace di cogliere l’aspetto suggestivo del circostante, collimandolo con valenze turistico – ambientali”.
Antonio è figlio di Fiorentino Tancredi di Poderia, classe 1924 deportato nel campo di concentramento di Amburgo in Germania, e decorato con la Croce al merito di guerra nel 1966.
La famiglia Tancredi trasferitasi per lavoro in Piemonte, ha sempre conservato le radici culturali di questa terra. La prova è l’impegno di Antonio nel costruire a Mergozzo una edicola votiva a Santa Sofia e le sue tre figlie Fede, Speranza e Carità.
“Secondo la Passio, il cui manoscritto più antico, conservato a Londra, è in siriaco e risalirebbe al V secolo ed il cui originale greco potrebbe essere del IV secolo, Sofia era una illustre matrona di origine italica, forse milanese, sposa di un senatore di nome Filandro e madre di tre figlie, a cui aveva dato i nomi delle tre virtù teologali: Pistis, Elpis, Agape. Traducendo in italiano questi nomi di origine greca, si può dire che la madre si chiamasse Sapienza e le figlie si chiamassero Fede, Speranza e Carità. Questo ha fatto nascere in alcuni studiosi il sospetto che non siano figure storiche, ma allegoriche; tuttavia le testimonianze del culto sono molto antiche e sembrerebbero smentire l’ipotesi allegorica. Sofia, dopo la morte del marito Filandro, da lei convertito al cristianesimo, soccorse con i suoi beni i poveri e svolse opera di proselitismo a Roma dove viveva con le figlie di 12, 10 e 9 anni. Denunciata dal prefetto di Roma, Antioco, all’imperatore Adriano, perché con la sua predicazione aveva indotto alcune donne sposate a vivere castamente, confessò davanti a lui la sua fede cristiana e rifiutatasi di adorare gli idoli, egli le fece imprimere sulla fronte il marchio d’infamia e la fece fustigare. Sperando di costringerla a rinnegare Cristo, Adriano fece torturare e decapitare una dopo l’altra le sue figlie sotto gli occhi della madre, che le esortava a restare salde nella fede cristiana, nella speranza della vita eterna. Compiuto il martirio delle figlie, le furono consegnati i loro corpi, che lei seppellì al diciottesimo miglio sulla Via Aurelia, dove morì tre giorni dopo, mentre pregava e piangeva sulla loro tomba, nella quale fu sepolta anche lei. L’anno del martirio fu il 122 d. C., durante il pontificato del papa San Sisto I. Gli Itinerari per pellegrini altomedievali segnalano la tomba di Sofia e delle figlie in un cubicolo (antro) della catacomba di San Pancrazio sulla via Aurelia, dove è tuttora visibile. In russo, Santa Sofia e le sue figlie sono chiamate Sofia, Vera, Nadezhda e Liubov.”
Va ricordato che a Poderia paese natio di Antonio Tancredi vi è un Santuario dedicato alla Santa, la cui venerazione avviene il 15 maggio. Mentre le tre figlie vengono festeggiate il 19 settembre di ogni anno.
Quest’anno mentre la Comunità di Poderia sarà intenta alla preghiera, contemporaneamente alle ore 11.00 verrà inaugurata a Mergozzo l’edicola votiva voluta dal Tancredi.
L’edicola votiva è stata realizzata con una guglia del Duomo di Milano…
Il dipinto di Santa Sofia e delle tre figlie è stato realizzato dal pittore Gian Giorgio Barone.
Ecco un’intervista al pittore…
Quando sono venuto a conoscenza di questa storia ho riflettuto molto. Mi sono addentrato con delicatezza ed ho cercato di approfondire come è mio costume. Ho scoperto un mondo antico. Un mondo carico di emozioni…ma soprattutto di devozione. Ho avuto conferma che i figli sono lo specchio della famiglia. Ho avvertito una fede incrollabile, esattamente come Sofia insegnò alle sue tre figlie. In questo particolare momento storico, dove tutto sembra precario, una edicola votiva alla Sapienza, alla Fede, alla Speranza e alla Carità si rende necessaria per il futuro dell’Umanità. E’ come se Antonio Tancredi avesse costruito un ponte di preghiera tra il Sud e il Nord.
Angelo Risi
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