Legambiente: riqualificazione arenili porto e Trentova, spiaggia quasi scomparsa

Oggetto: riqualificazione arenili porto e Trentova.

Legambiente nazionale, con il supporto scientifico di ricercatori e docenti universitari, ha elaborato il quadro dell’evoluzione delle coste italiane tra il 1970 e il 2020: quasi il 50% delle nostre spiagge è soggetto a erosione, con una media di 23 metri di profondità di spiaggia persi su 1750 km di litorale. Naturalmente anche le nostre spiagge sono soggette da tempo a questo fenomeno. Per cui è necessario considerare le coste tra le priorità e pianificare soluzioni e investimenti, per superare la logica degli interventi invasivi che non fanno che peggiorare le situazioni. A questo proposito l’area più a rischio è quella di Trentova, dove già adesso la spiaggia è quasi scomparsa. L’unica soluzione praticabile, non invasiva, è quella di arretrare gli attuali stabilimenti balneari e ricostruirli in materiale non impattante alle spalle in corrispondenza dell’attuale strada asfaltata prospiciente la spiaggia, in modo di avere la possibilità di aumentare l’area per il posizionamento degli ombrelloni e delle sedie a sdraio.

Invece, per la spiaggia del porto è opportuno mantenere in loco la posidonia oceanica spiaggiata ( chiamata banquette) , provvedendo solo alla rimozione dei rifiuti, al livellamento della banquette con un rastrello e all’installazione di passerelle per l’accesso al mare. Tutti gli anni la posidonia oceanica viene rimossa dalla spiaggia e accumulata sotto la rupe  perché considerata nociva, anche a causa dei possibili fenomeni di degrado. Invece, nelle linee guida dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale risulta chiaro che, in relazione agli aspetti igienico-sanitari, non risultano criticità causate dalla biomassa spiaggiata nei confronti dell’uomo. La riqualificazione della spiaggia del porto va completata con la pulizia di tutto l’arenile e l’installazione di docce e bagni al servizio dei bagnanti in uno dei locali sottostanti la via Riviera Franco Antonicelli, attualmente ricettacolo di rifiuti.

Comunicato Stampa

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