Giorgio Milani: le confidenze di uno scrittore
Lo scrittore si racconta senza filtri
Giorgio Milani è un giovane poeta che condivide i suoi pensieri principalmente sui social media, in particolare sulla sua pagina Instagram, dove lo scrittore contemporaneo è seguito da più di 12.000 followers che apprezzano e condividono a loro volta i suoi scritti, emozionandosi insieme a lui. Dai suoi pensieri traspare non solo la spiccata sensibilità e la bravura nell’arte della scrittura, ma anche il suo lato più “avventuroso” sulla sua biografia di Instagram compaiono due etichette: “Adventurer” e “Poeta di strada” come lo stesso Milani ama definirsi, scrittore sì, ma sempre con i piedi ben piantati per terra. Se la sua inclinazione artistica vi ha incuriositi andiamo a conoscerlo meglio per scoprire cosa si cela dietro lo scrittore, Giorgio si è concesso in un’intervista molto schietta e senza peli sulla lingua.
Salve Giorgio e grazie per essere qui con noi. Parliamo subito di scrittura: quando ha iniziato a comporre le sue prime riflessioni e quante ne ha scritte fino a questo momento? Salve Michaela, grazie per avermi dato la possibilità di essere intervistato e soprattutto per poter in qualche modo parlare della mia passione, di poter raccontare la mia storia, che tengo dentro di me e che porto avanti con impegno in ogni scritto ma soprattutto con orgoglio.
Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo quando avevo 20 anni, un’età difficile per poter gridare al mondo quello che si ha dentro ma un’età abbastanza matura per poter raccontare l’inizio della storia.
Ho scritto molto in questi anni, più di 500 riflessioni e soprattutto più di 150 poesie o come li chiamo io semplicemente testi, essendo molto più lunghi di una classica poesia.
Cosa influenza i suoi pensieri? E in quale momento trae maggiore ispirazione? Ho iniziato a scrivere in un momento difficile della mia vita e forse proprio per questo molte persone si rispecchiano in ciò che scrivo e in quello che voglio far capire, lanciare sempre un segnale, che c’è sempre una vita davanti da vivere, che sia un giorno o ancora una vita intera l’importante è vivere appieno ogni emozione, perché è proprio nei momenti peggiori o nei momenti più difficili che troviamo il giusto spirito di sopravvivenza o la forza per diventare qualcuno e segnare la nostra storia.
Io soprattutto, proprio nei momenti peggiori ho trovato la forza e la voglia di vivere, ma soprattutto nei momenti scuri esce la vera anima che abbiamo dentro e bisogna approfittarne per scrivere e raccontare l’emozione che si sta vivendo.
Parlando sempre dell’istante in cui imprime inchiostro su carta: cosa l’aiuta a concentrarsi? E ha un autore preferito che l’ha affascinata a tal punto da spingerla a divenire un poeta? Forse poeta è una parola troppo grande, quello che posso dire è che spesso come dico anche in quello che scrivo, bisogna essere molto umili per arrivare dove sono i nostri sogni ad aspettarci, ed è proprio per questo che forse non sono un vero poeta ma più un uomo con un’anima piena di amore che cerca di comunicare con il cuore, perché è grazie a lui che ho iniziato e imparato a scrivere e a comunicare con il mondo esterno.
Ammiro molto Daniele Di Benedetti, perché è una persona che dal nulla ha creato il suo sogno, una persona che quando ha capito che stava perdendo tutto quello che aveva di più caro attorno, ha iniziato a fare del suo sogno un lavoro, una passione. Quindi tutta la mia stima ma soprattutto i miei più sinceri complimenti a un ragazzo speciale.
Nella vita di tutti i giorni lei è uno scrittore a tempo pieno, oppure si occupa anche di altro?Non sono uno scrittore a tempo pieno anche se la scrivania dello scrittore si affaccia in ogni angolo del mondo e forse per questo rimane uno dei lavori più belli del mondo, oltre ad essere molto affascinante.
Io nasco come fiorista e da lì mi specializzo con il tempo come giardiniere, sono cresciuto nell’attività dei miei genitori circondato sempre da dolcezza e natura e forse chissà, se il mio cuore ha iniziato a lavorare già da lì in quegli anni qualcosa dentro, per poi tirare fuori tutto da i miei 20 anni fino ad oggi, per raccontare tutto questo.
Chi è il suo lettore ideale? E cosa vuole esprimere attraverso i suoi versi? Ci lasci con uno dei suoi scritti preferiti. Il mio lettore ideale deve essere quella persona che non giudica, ma che si lascia trasportare in ciò che scrivo, che si lascia trasportare dall’emozione che nasce nel leggere e nel ritrovarsi in alcuni versi. Vi lascio con un scritto per farmi conoscere meglio, non il mio preferito perché ognuno mi rappresenta diversamente e racconta varie fasi della mia vita, ma con quello che parla oggi di me.
GUERRA E PACE
“A voi che avete imparato a giudicare
prima di poter pensare,
A voi che oggi sputate nel piatto che vi ha sfamati
quando le giornate erano così magre che solo Dio sa quello che siete stati.
Sarete i miei professori quando le vostre opere di bene
illumineranno le mie .
Quando i vostri passi compiuti saranno più numerosi di quelli che ho lasciato alla spalle.
Quando la vostra lingua avrà imparato a tacere di fronte molte scelte della vita.
Quando i vostri pensieri non saranno più maliziosi ma saranno pronti al cambiamento.
Quando la vostra mano che stringe sarà forte da farmi male
e allora capirò quanto varrete.
Mentre il mondo si ammazza di odio verso la vita,
io semino alle mie spalle amore e dipingo la mia strada come l’ho sempre immaginata
e cavolo quanto l’ho desiderata.
Mia madre mi ha sempre detto figlio mio non crescere mai con l’invidia!
Ma il problema che più crescevo umile e più le gente malediva i miei passi perché io crescevo con l’amore senza aspettarmi nulla e senza desiderare l’inutilità.
Loro crescevano assetati del benessere senza esserne mai sazi, insoddisfatti perché in realtà era il loro cuore che non aveva trovato la felicità.
Oggi la sensibilità viene chiamata depressione, tristezza
perché nel cuore delle persone che giudicano non c’è più nulla di bello, non c’è più nessuna bellezza.
Quanta Guerra,
quanto odio che fa guardare troppi capi chinati a terra.
Nessuna casa dovrebbe essere senza amore
e senza gli occhi attenti di un genitore.
Oh quante cose che molte persone non potranno mai capire ,
quanta vita che la gente non riesce a vivere,
quante carezze che non sa apprezzare,
quanti sogni che lascia ben presto morire.
Oh se sapessero che dietro tanti sogni c’è una sostanza che fa muovere le ali
e rende alcuni pensieri immortali.
Chissà cosa sarebbe il cielo senza nuvole
come crescere senza aver creduto alle favole.
Oh se sapessero che cos’è l’odio invece di cercare l’amore quello vero che ti entra dentro e bussa forte al cuore,
se sapessero davvero
non sceglierebbero il male ma avrebbero un motivo vero.
Oh se sapessero cos’è vivere senza invidia,
camminare tra le strade della città senza nessuno che odia.
Giudicate voi stessi e le vostre paure
non le scelte di chi ci ha provato nonostante le difficoltà che si incontrano ogni giorno per vivere.
Quando l’umanità imparerà a dire grazie, forse li potremmo cominciare a salvare il mondo.
A voi che vivete nella Guerra oggi il mio regalo sarà donarvi un po’ di pace,
solo un po’ di pace.“
Se volete leggere gli altri pensieri di Giorgio Milani, non vi resta che iniziare a seguirlo. A presto readers!
Di Michaela Alfano
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