‘Thesuntis’ ovvero l’arte digitale di Sara De Santis

Sara De Santis,
dal suo account Instagram

Gli artisti digitali sono tra i Content Creator più seguiti

Avete mai sentito parlare di “Digital Artists” e cioè di artisti digitali? Stanno spopolando a macchia d’olio anche grazie all’avvento dei social media in particolare di Instagram, ed è grazie a questa piattaforma che sempre più illustratori riescono a farsi notare mettendo in risalto la propria abilità in quest’arte: i post con i loro bellissimi disegni digitali, finiscono per catturare fin da subito la nostra attenzione, così da farci desiderare di volerne subito uno.

Dicesi artisti digitali coloro che si servono dell’ausilio del computer, per progettare e concepire delle immagini partendo da zero: creando arte, grazie a innovativi software come il noto e più utilizzato al mondo Procreate, rilasciato per la prima volta nel 2011 da una società (di software) della Tasmania.

Oggi vi parlo di una di loro: la 26enne Sara De Santis, artista molto speciale, nata e cresciuta a Torino, oggi vive a Londra. Sara non solo è un’abile grafica e illustratrice molto seguita su Instagram da più di 30mila persone, ma è anche la creatrice di una rubrica dedicata al gluten free, ecco perché vi ho presentato Sara come Content Creator alquanto speciale. Nel corso dell’intervista sarà lei stessa a raccontarvi da dove nascono le sue idee e come vive il suo magico mondo artistico. Vi anticipo che sul suo profilo Instagram (Thesuntis) vige una parola d’ordine che troverete sempre come protagonista primaria (anche nei suoi disegni): gentilezza.

Se siete curiosi, non vi resta che continuare la lettura

Un video di Sara De Santis,
dal suo account Instagram

Benvenuta Sara e grazie per aver accettato il mio invito. Se dovesse descriversi con soli tre aggettivi quali sarebbero? E se invece, dovesse descrivere le sue illustrazioni sempre con tre aggettivi? La ringrazio per avermi contattata, è un grande onore per me. Faccio sempre difficoltà a descrivere me stessa, quindi ho chiesto a mia sorella Francesca di farlo al posto mio. Lei dice: sognatrice, creativa e onesta. Per le mie illustrazioni direi empatiche, ispirazionali e gentili.

Da quanto tempo è un’artista digitale? Da dove inizia il suo percorso da grafica e illustratrice? Quando a sette anni mi facevano la fatidica domanda: cosa vuoi fare da grande? Io rispondevo: la grafica. Ho scoperto questo mestiere grazie a mio cugino Giacomo, tutt’ora mio mentore. Ammiravo i suoi lavori e mi ricordo che mi permetteva di disegnare su “Paint” dal suo computer. Mentre tutti i miei amici in terza media erano in crisi perché non sapevano quale indirizzo scegliere alle superiori, mi ricordo che io non avevo dubbi. Una volta preso il diploma come Tecnico della Grafica e della Pubblicità sono andata subito a lavorare. Come prima esperienza ho iniziato come grafica editoriale in una rivista di moda capelli a Torino. Sono stata molto fortunata perché i miei colleghi mi hanno accolta e benvoluta da subito, e mi hanno insegnato tantissimo. Successivamente ho lavorato in una prestigiosa agenzia di comunicazione a Torino. Qui ho avuto il mio primo approccio con l’illustrazione. C’era un iPad in ufficio e il capo mi disse di smanettarci. Un cliente dell’agenzia amava la mia scrittura e così iniziai a fare i miei primi lavori con Procreate, il programma che tutt’ora uso per illustrare a mano libera. Quell’esperienza anche se mi ha insegnato tanto, l’ho patita molto. C’erano tanti meccanismi tossici. Sono stata vittima di mobbing e mi sono trovata costretta a licenziarmi per preservare la mia salute mentale. È proprio questo il tema che tratto maggiormente nelle mie illustrazioni. È un argomento così delicato ma così importante, che secondo me è fondamentale divulgare concetti che io stessa avrei voluto che qualcuno mi ripetesse in quei momenti di difficoltà. Dopo essermi licenziata avevo bisogno di cambiare aria e così mi sono trasferita a Londra. Poi sono tornata a vivere a Torino, poi ho vissuto un anno a Roma, poi di nuovo Torino e ora mi trovo di nuovo a Londra. Odio gli schemi e mi piace cambiare, per me gli stimoli esterni sono fondamentali.

Ha una rubrica di celiachia: perché l’ha creata? E come nasce l’idea di creare una mappa? L’idea di creare la #celiacrubrica nasce dall’esigenza di viaggiare con il mio ragazzo Alessio, celiaco. Viaggiando insieme a lui mi sono resa conto di quanto fosse difficile godersi a pieno i giorni fuori porta quando hai la consapevolezza che non sai se potrai mangiare qualcosa, o senza avere la certezza che quello che mangerai non ti farà stare male, rovinandoti così il resto dei giorni di viaggio. Anche visitare i musei e poi arrangiarsi a pranzo con qualcosa lì vicino, non è così scontato. Ho creato la #celiacrubrica proprio con l’idea di regalare quella spensieratezza di mangiare qualcosa al volo lì vicino, anche per le persone celiache. Si tratta infatti di una serie di mappe illustrate di città sempre diverse. Ognuna con le relative attrazioni turistiche e migliori locali gluten free, tra cui ristoranti, pizzerie, gelaterie, bar, pub e molto altro ancora. Lo scopo è quello di aiutare le persone celiache a viaggiare più serenamente, perché oggi non è così facile trovare locali gluten free, soprattutto in un posto che non conosciamo. Continuerò a realizzare più città possibili in tutto il mondo e chissà, magari svilupparle in un libro.

Quale tipo di illustrazione le viene commissionata più spesso? E qual è la sua preferita? In realtà ogni illustrazione è a sé: le persone mi chiedono di rappresentare attimi della loro quotidianità e per farlo mi raccontano le loro vite, i rapporti che hanno con i loro cari, le loro abitudini, ma anche le loro stravaganze e i loro aneddoti divertenti. Mi sento molto fortunata perché è come se mi donassero un pezzetto delle loro vite, e questa cosa non la fai con chiunque, tendenzialmente lo si fa con chi entriamo in sintonia, con chi ci fidiamo. Mi sento molto fortunata per questo, e ci tengo a ringraziare chiunque sostenga la mia arte, anche con un messaggio di incoraggiamento, che per me non è scontato, anzi, lo trovo molto prezioso.

Come avviene il processo creativo? In conclusione: ha dei progetti futuri che vorrebbe realizzare? Se vuole, ce ne parli. Il processo creativo in realtà è un po’ strano: io nella mia testa ho già l’illustrazione. La mia mente me la fa visualizzare come se fosse già davanti ai miei occhi. La mano traduce, disegna e fa in modo di renderla materiale, visibile a tutti. È come se fosse il mio linguaggio io comunico così. La soddisfazione più grande è quando il risultato finale è esattamente come quello che immaginavo nella mia mente. Di progetti futuri ne ho tanti in realtà, amo quando la mia arte si traduce in più forme possibili. La prossima forma che prenderà sarà quella di un anello, in realtà non l’ho ancora detto a nessuno ma per me è un progetto molto speciale, perché viaggiando spesso sento la mancanza delle persone che amo, e con questo anello è come se il loro abbraccio fosse sempre con me. È bello vedere come un’idea, un’illustrazione possa prendere vita e possa addirittura essere indossata. Devo ringraziare Margherita, una ragazza davvero talentuosa che ha reso possibile questo mio progetto.


La mappa (di Torino) della #celiacrubrica,
dal suo account Instagram

E voi siete amanti della moderna e innovativa arte digitale? A presto readers!

Di Michaela Alfano

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