Debiti P.A. , la Campania tra gli ultimi
Nella graduatoria dei 300 enti “virtuosi” per celerità nei pagamenti, nessuna amministrazione campana. Il presidente Lombardi: «Tra credit crunch e ritardi nei pagamenti, le imprese del Sud in una tenaglia da cui è davvero difficile uscire».
Il problema dei ritardati pagamenti dei crediti alle imprese da parte delle Pubbliche Amministrazioni si conferma al Sud particolarmente grave: tra i 300 Enti Pubblici virtuosi (che comunicano i dati di pagamento e hanno tempi più rapidi) non figura alcuna amministrazione della Campania. La graduatoria è stata elaborata dal Mef (Ministero Economia e Finanza) ed aggiornata ad agosto 2015.
Puglia e la Sicilia si segnalano con un solo ente a testa. Al vertice della classifica si collocano Lombardia (30 amministrazioni), Veneto (20) e Trentino Alto Adige (11).
Lo scenario generale
I numeri confermano una situazione che – a dispetto degli annunci a suo tempo fatti dal Governo – continua a penalizzare le imprese, soprattutto quelle che operano nel Mezzogiorno. Le risorse finanziarie rese disponibili a livello nazionale – sempre sulla base di dati del Mef – ammontano a 44,6 miliardi di euro, ma i debiti effettivamente pagati si attestano a 38,6 miliardi.
Le fatture registrate tra luglio 2014 e settembre 2015 sono state 14 milioni per un importo complessivo di 85 miliardi. Gli Enti Pubblici che si sono registrati sulla piattaforma digitale di monitoraggio dei crediti commerciali – realizzata e gestita per conto del Mef dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato – sono 20.000, ma quelli che sono risultati effettivamente operativi rispetto alle procedure previste sono appena 6.400 (il 32%).
Le fatture pagate ammontano a 25 miliardi di euro, con un tempo medio di risposta pari a 39 giorni (i dati si riferiscono all’universo di Enti che hanno interagito con la piattaforma e sono, quindi, parziali).
Le procedure di riferimento
«Tutti gli Enti della Pubblica Amministrazione – è spiegato sul sito del Mef – sono tenuti a pagare le fatture legittime entro 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni. Il rispetto di questi termini è un fattore cruciale del buon funzionamento dell’economia nazionale ma molti Enti pagano in tempi più lunghi». Proprio per porre rimedio alle gravi conseguenze che si riversano sulle imprese, il Ministero sta promuovendo la riduzione dei tempi di pagamento con strumenti tecnologici e con la diffusione di buone pratiche. Ma le informazioni trasmesse dalle P.A., è lo stesso Ministero ad evidenziarlo «non sono complete» e «non tutti gli Enti Pubblici sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento». La qualifica di enti “attivi” spetta a quelli che « intervengono su oltre il 75 per cento delle fatture registrate a loro indirizzati».
I dati elaborati dal Mef sono relativi ai soli Enti che hanno fornito informazioni: «i pagamenti totali – quindi – sono sicuramente superiori a quelli registrati». Il Mef sottolinea anche che «il tempo medio di pagamento effettivo del totale delle fatture è con ogni probabilità più lungo di quello registrato tra gli Enti che comunicano i dati» e che gli Enti che comunicano i dati «sono da considerare virtuosi perché rispettano l’obbligo di fornire le informazioni. Questi Enti sono probabilmente più virtuosi di altri anche nella tempestività di pagamento». Di conseguenza «i dati sui quali il Mef fornisce questi indicatori sono ancora insufficienti per avere una misura certa dei tempi di pagamento e della loro evoluzione».
Il commento del Presidente a.c.s. Antonio Lombardi
«Dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze arriva l’ennesima conferma – dichiara il presidente dell’Associazione Costruttori Salernitani, Antonio Lombardi – della situazione di grave disagio in cui permangono le imprese del Mezzogiorno e della Campania. Mentre da un lato l’analisi della Banca d’Italia evidenzia che il credito inizia lentamente a ripartire soltanto per le imprese più strutturate, dall’altro le dinamiche relative ai pagamenti dei crediti vantati dalle aziende nei confronti delle P.A. evidenziano che proprio sui territori delle regioni meridionali – dove gli anni della crisi hanno lasciato i segni più profondi – non è possibile rintracciare Enti considerati virtuosi, che, cioè, in qualche modo si sforzano di rispettare i tempi previsti dalle normative vigenti».
«Siamo di fronte ad uno scenario che va assolutamente migliorato in tempi strettissimi. Il comparto edile – continua Lombardi – attende ancora senza risposte sul piano degli investimenti pubblici e degli interventi di sistema per invertire la tendenza ancora in atto del credit crunch. È evidente che almeno i pagamenti delle P.A. devono subire un’accelerazione effettiva e concreta perché solo in questo modo sarà possibile rimettere in circolazione una parte della liquidità indispensabile all’intera filiera delle costruzioni».
«È in questa direzione – conclude Lombardi – che continueremo a sollecitare ed incalzare le P.A. della nostra regione, consapevoli che in una prospettiva seppure embrionale di ripartenza, occorre inserire a pieno titolo il nostro comparto che da sempre si è rivelato il traino sostanziale nei processi di ripartenza delle economie colpite da lunghe e dure recessioni».
Comunicato Stampa
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