CISL FP Salerno su assistenza sanitaria diretta: “Noi non stiamo zitti,si continua a pagare e la storia si ripete ogni anno”
Si continua a pagare e la storia si ripete ogni anno. L’unica cosa differente è che i soldi finiscono prima poiché da oltre un decennio i fondi riservati alla specialistica sono sempre gli stessi, nel mentre le indagini aumentano e la domanda lievita poiché aumentano i cittadini che hanno bisogno di cura e quindi di prestazioni. Ne deriva che o si mette mano alla tasca, per chi ha le tasche con qualche euro oppure si spostano gli esami a gennaio dell’anno prossimo, con tutti i rischi che ne derivano per circa sei mesi di mancata prevenzione o impossibili controlli obbligati. Il ritorno all’assistenza sanitaria diretta, nonostante i proclami, resta sulla carta e i cittadini continuano a dover pagare le prestazioni. Lo dichiara il responsabile provinciale della CISL FP Pietro Antonacchio. La vicepresidente del Consiglio Regionale Valeria Ciarambino ha annunciato nei giorni scorsi la lieta novella dell’approvazione unanime da parte dell’Assemblea di una sua mozione per il ritorno all’assistenza diretta. Ma non è successo niente, perché il presidente De Luca non risponde, tranne fare proclami ideologici sul nulla. Per diagnostica e prelievi ematici si continua a pagare. Ed è sempre il cittadino ad essere danneggiato. Spiace dover constatare che tutta la politica regionale è stata scoperta con le mani nella marmellata dell’effimero. La comunità campana è stufa di proclami dal sapore risolutivo di problemi che invece rimangono insoluti in tutta la loro negativa quotidianità insopportabile per quanti hanno bisogno di assistenza e cura. E se una volta vi era chi governava e si assumeva responsabilità e chi invece minoranza denunciava l’inadeguatezza degli interventi, ora il fatto grave è la commistione politica caratterizzata dal silenzio assordante di maggioranza ed opposizione, fatto tanto grave poiché sebbene l’assemblea campana approva all’unanimità qualche indirizzo politico, ci sono sempre gli stessi burocrati che non ne determinano l’applicazione. In Campania capita spesso, anzi capita sempre, ne è testimonianza la mancata attenzione su tutto il comparto sanitario. Ma precariato non attenzionato, programmazione dei servizi lasciata all’improvvisazione e ai desiderata del momento, mancata rivalutazione dell’offerta e della domanda di prestazioni sanitarie ferma da oltre 10, rideterminazione dei tetta di spesa e delle capacità operative delle strutture sanitarie pubbliche e private e incoerente determinazione dei fabbisogni d’organico basati su algoritmi copiati e copiati anche sbagliando mostrano che il complesso sistema sanitario regionale è senza governo. Ci vorrebbero abituare a stare zitti, ma purtroppo tacere diventa una colpa e parlare un obbligo, un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico a cui nessuno può sottrarsi.
comunicato stampa