Come nasce ‘Lo Chef dei Profumi’: Antonio Sardegna si racconta
Il fenomeno targato “Lo Chef dei Profumi”
Lui è Antonio Sardegna classe 1983, di origini napoletane, in arte Lo Chef dei Profumi. Exenza, il luogo dove crea le sue fragranze è un vero e proprio tempio. Lo Chef dei Profumi decide di iniziare a produrre le sue opere olfattive nella città di Sapri, in provincia di Salerno, quella che è sicuramente una delle mete turistiche cilentane più amate.
Ma come nasce Lo Chef dei Profumi? È lo stesso Sardegna che ha deciso di raccontarsi a voi lettori, senza filtri. E come ci tiene a precisare “Quando la gente inizia a credere in me, mi sento in dovere di non deluderla. Quando poi vedo la sala gremita, l’adrenalina inizia il suo corso“.
Tanta beneficenza, 1000 i visitatori annui, 40 gli eventi annuali, 2000 i prodotti presentati e 3.500 i clienti fidelizzati. Questi sono solo alcuni dei numeri dello Chef dei Profumi, se siete curiosi di scoprire la ricetta segreta del suo successo, non perdetevi questa originale intervista.
Ciao Antonio e grazie del suo tempo. Da dove nasce la passione per il mondo dei profumi? E quando ha deciso che desiderava avviare un’attività tutta sua? Non nasco commerciante e ancora oggi non lo sono. Non ho nemmeno la presunzione di definirmi imprenditore, ma credo sicuramente di essere oggi un buon padrone di casa, dove “il tempio” in cui opero, così mi piace definirlo, è diventato ormai un luogo di ritrovo per tutti. Nasco a Napoli, sono figlio di metalmeccanici e ho lavorato per nove anni presso un’azienda ferroviaria. Ma dieci anni fa la svolta: lascio il posto di lavoro, cambio vita. Nello scetticismo generale di genitori, amici e parenti, nasce ‘Lo chef dei profumi’, partendo dal luogo che sento più mio, il golfo di Policastro. Scelgo Sapri come dimora, tra storia e cultura di un territorio tanto bello quanto difficile. Un legame nato già dal lontano 1990, dove trascorrevo le mie vacanze più belle. Ma la terra in cui ho scelto di operare, mi ha stimolato talmente tanto che ho cominciato a studiare il territorio, attraverso quel mezzo che oggi mi ha reso popolare: il profumo. Un mondo magico, attraverso il quale oggi, riesco a esternare al meglio ciò che sono, porto con me tutti coloro che vogliono essere trasportati nei miei percorsi olfattivi portando a galla le emozioni del subconscio.
Saprì è la fragranza che ha dedicato alla cittadinanza saprese: cosa racconta quest’essenza? Lo Chef dei Profumi è arrivato anche a Sanremo, ce ne vuole parlare? Come forma di ringraziamento e devozione per il popolo saprese, che fin da subito mi ha accolto con gratitudine e affetto, è stata la nascita di un profumo che ancora oggi non è diventato normalità, il Saprì: profumo di mare, alghe, cedro e fico verde. Essenze territoriali, il cui successo è diventato virale, spopolando anche in palcoscenici come quello di Sanremo. Soddisfazione per tutti, non solo per me. Un prodotto della città di Sapri, come rappresentante nel mondo insieme alla Spigolatrice. Ancora oggi il Saprì rimane uno dei simboli del basso Cilento.
Dai social media si evince la sua grande passione per i viaggi, l’ultimo nella splendida Repubblica d’Irlanda: cosa le ha lasciato questa terra? Ci sono profumi che l’hanno catturata durante la sua permanenza? Il mondo come fonte di ispirazione, come un traguardo sospirato. Mi piace sognarlo per poi raggiungerlo. Un’oscillazione di usi e costumi, di odori e colori. Ogni città è come un profumo dalle innumerevoli note: quella iniziale, il primo impatto. Quella centrale, la via principale e quella finale, le scie della notte. Non c’è momento in cui non vorrei partire, per poi tornare e riformulare. Le meraviglie incontrate rappresentano una crescita prima dell’uomo, poi del viaggiatore, alla fine anche dell’imprenditore. L’ultimo viaggio è stato in Irlanda. Paesaggi pazzeschi, natura pura. Stimolo continuo per il mio naso e per la mia immaginazione.
Ha una smodata passione per lo stile, ma cos’è per lei la moda? Cosa vuole esprimere attraverso il suo brand? Un altro elemento importante per il mio lavoro, oltre ai viaggi, è sicuramente rappresentato dalla mia immagine. Non è cosa si indossa, ma come lo si indossa. Il dettaglio ha sempre fatto la differenza, e il mio stile oggi è diventato un’icona del mio lavoro. Prediligo tra i miei tanti look, sempre l’abito classico. L’eleganza intramontabile di un uomo in giacca e cravatta non passerà mai di moda. Insomma, un mix di cose sono diventate nel tempo motivo di attrazione. Ma quella principale rimane sempre il percorso olfattivo che ho “inventato”, nonostante i tanti oggetti di artigianato e di riciclo che sono presenti durante il “tour”.
Lei accompagna il suo cliente, in un particolare viaggio alla ricerca del profumo e delle note olfattive perfette: come funziona? Concludiamo parlando di una delle sue creazioni più amate, il profumo dedicato alla Spigolatrice, ci vuole raccontare la storia di questa piacevole fragranza? Ad oggi, oltre al Saprí, un’altra perla è diventata motivo di curiosità, il profumo dedicato alla Spigolatrice. Magica essenza anch’essa con note di terra, questa volta. Un tripudio di storia in uno spruzzo di felicità. Ma quando lo spettatore protagonista decide di lasciarsi cullare dal mondo dei profumi, ecco che succede qualcosa di curioso. Accompagnato dal sottoscritto, lo spettatore protagonista, si catapulterà in un viaggio emotivo ed emozionante dove spezzoni di vita verranno tradotti con un profumo finale, che è racchiuso in delle botti uniche presenti nel tempio. È difficile spiegarlo, molto più facile viverlo di persona. Concludo con una citazione di Oscar Wilde: “L’arte non deve mai tentare di farsi popolare. Il pubblico deve cercare di diventare artistico”. In questa citazione, c’è tutto l’amore verso quello che può rappresentare qualsiasi forma d’arte a prescindere da schemi e spiegazioni.
Avete già intrapreso questo particolare viaggio olfattivo, in compagnia dello Chef dei Profumi? A presto readers!
Di Michaela Alfano
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