Matthew Perry: fatali gli effetti della Ketamina
L’analgesico dissociativo avrebbe provocato effetti acuti sull’attore
La prematura scomparsa del “Chandler” della serie “Friends” lo scorso 28 ottobre ha lasciato tutti sgomenti e afflitti, inutile negarlo. Era di dominio pubblico la dipendenza dell’attore da alcol e droghe che, come spiegato nel precedente articolo del 4 novembre, non era stata identificata come la causa certa del decesso.
A suo tempo, l’autopsia escluse la morte per overdose da Metanfetamine e Fentanyl ma dagli ultimi test che si attendevano da quasi due mesi, e secondo l’autopsia e il responso del medico legale, a spezzare la vita di Perry sembrano essere stati gli effetti della Ketamina, un farmaco analgesico-dissociativo impiegato sia nella medicina veterinaria che in quella per uso umano. Tale farmaco può provocare dipendenza oltre che allucinazioni ed euforia. Sappiamo che Matthew Perry ne faceva uso per contrastare la depressione come aveva onestamente raccontato nella sua biografia.
Pertanto, la morte dell’attore, come confermato dal Dipartimento di medicina legale della Contea di Los Angeles è stata «accidentale» e «gli altri fattori che hanno contribuito alla sua morte includono l’annegamento, la malattia coronarica e gli effetti della Buprenorfina (che Perry impiegava per contrastare l’abuso degli Oppioidi)».
Emersa la verità, non ci resta che ricordare Matthew Perry per l’artista di grande talento che è stato, perché come ci teneva a sottolineare: “Non ricordatemi solo per Friends”, e dovremmo aggiungere neppure per la tragica vicenda della sua scomparsa, ma piuttosto per le innegabili doti recitative. A presto readers!
Di Michaela Alfano
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